L’importanza del manifesto
d’arte e la sua evoluzione

Il manifesto, generalmente scritto e illustrato, è un foglio di medie e grandi dimensioni affisso in luoghi pubblici a scopi informativi e pubblicitari. 

Ideato nel XVI secolo, si afferma e si diffonde alla fine del XIX secolo grazie all’esigenza nascente di promuovere principalmente iniziative commerciali.

Il manifesto utilizza vivaci cromatismi, corpi, spesso femminili, disegnati con eleganza e dinamicità, simboli e portavoce dei nuovi desideri della nascente società moderna e consumistica. È un nuovo, immediato e originale mezzo di comunicazione che, con la sua energia, influenza molti artisti che si dedicheranno a questo tipo di produzione.

Il “media” manifesto entra in contatto con le avanguardie artistiche del ‘900. Gli artisti modificano o creano nuovi caratteri di stampa, propagandano e promuovono gusti e stili in sintonia con le istanze a loro contemporanee, avvalendosi di tecniche nuove (come l’impiego del collage), l’uso di violenti cromatismi per  attirare il più possibile l’attenzione del pubblico e svilupparne i desideri.

Nel dopoguerra il manifesto diviene il simbolo espressivo dell’evoluzione del linguaggio d’arte che si manifesterà negli anni a venire. Il manifesto sarà, da quel momento, il media privilegiato per l’arte contemporanea, una potente forma espressiva di rapida e democratica divulgazione.

La mostra allestita desidera narrare, con una carrellata di importanti affiche, il percorso delle diverse tendenze artistiche, dal surrealismo al cubismo, dall’astrattismo all’informale, dalla Body Art alla Pop Art, che a partire dagli anni Cinquanta ad oggi si sono succedute. Le affiches della corrente informale sono rappresentate da Asger Jorn, Karel Appel e Jackson Pollock, l’artista americano che con il suo dripping ha rivoluzionato l’arte mondiale del dopoguerra. Non possiamo dimenticare la nuova arte europea con Michel Tapiè, James Bishop, Hans Hartung e l’italiano Emilio Vedova.

Il fenomeno americano della Pop Art è rappresentato principalmente da Andy Warhol, ma anche da Roy Lichtenstein con i suoi ingrandimenti smisurati di fumetti, da Robert Rauschenberg e James Rosenquist per giungere agli italiani Mario Schifano, Tano Festa e Franco Angeli che attingono dalle icone del classicismo italiano contaminandole con scritte pubblicitarie di brand famosi tipici della cultura pop.

La mostra ospita l’arte cinetica e optical con manifesti di Bridget Riley, Franco Grignani o Victor Vasarely: il manifesto diventa ipnotico fornendo un effetto ottico che va oltre la staticità del supporto utilizzato.

Altra corrente diffusasi rapidamente a partire dagli anni 30 e ancora oggi rappresentata è la pittura astratta. Ne sono un esempio i manifesti minimal e rigorosi di Max Bill, quelli di Hsiao Chin dal segno gestuale, le forme monocrome e compatte di Franco Veronesi e il segno astratto dai molteplici tasselli cromatici di Piero Dorazio.

I manifesti esposti in mostra ci consentono, quindi, di ripercorrere momenti storici indimenticabili e di rivivere le atmosfere delle gallerie d’arte diventate iconiche per la storia dell’arte contemporanea.

La rassegna

Da Kandinsky a Warhol:
l’Arte del Novecento nel manifesto

Sale dello storico Palazzo Salmatoris di Cherasco
Via Vittorio Emanuele 31 – 12062 Cherasco (CN)

Tel. 0172 427050

Dal 26 settembre 2020 al 10 gennaio 2021

Orari

Orario

Da mercoledì a venerdì
ore 14,30 / 19,00

Sabato e festivi
ore 9,30 / 12,30 – 14,30 / 19,00

ultimo ingresso ore 18,30

Mattino apertura per gruppi su prenotazione

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24 Marzo, 2023